Lunedì prossimo alla Camera, con l’emendamento 2.0336 del deputato Vargiu (SC), nella legge elettorale potrebbe essere introdotto per la prima volta in Italia il voto anticipato a distanza per i cittadini in mobilità, il cosiddetto early vote già adottato da molti anni in altri paesi europei come la Danimarca.
L’emendamento, presentato dal deputato di Scelta Civica Pierpaolo Vargiu e cofirmato anche da 10 deputati del PD, permetterebbe a quasi un milione di cittadini italiani, in occasione delle Politiche, Europpe e Referendum, di esprimere la loro preferenza elettorale in un seggio speciale presso le Prefetture di domicilio se l’elettore si trova in Italia o presso le ambasciate se all’estero, diritto che oggi invece viene di fatto negato per meri problemi logistici a quasi il 2% del corpo elettorale.
“Si tratta di un intervento legislativo che chiediamo da oltre sei anni –spiega il presidente del Comitato IOVOTOFUORISEDE Stefano La Barbera che con una petizione on-line su questo argomento ha raccolto oltre 13.400 firme – Il nostro comitato è nato nel 2008 per chiedere alla politica di colmare questo scandaloso deficit di democrazia: in tutti gli altri paesi europei il voto a distanza è stato introdotto da molto tempo. Soltanto in Italia a causa dell’inerzia della classe politica si continua a relegare coloro che vivono in mobilità a cittadini di serie B, che, se riescono, devono pagare di tasca loro per esprimere il loro diritto di voto.”
“Finalmente – prosegue La Barbera – le nostre istanze sono state raccolte interamente da Scelta Civica che ha condiviso e sostenuto il nostro appello, e tramite Pierpaolo Vargiu ha presentato l’ emendamento 2.0336 alla legge elettorale che entro questa settimana sarà votato alla Camera.
E’ l’occasione per Renzi e per il suo partito di dimostrare nei fatti che la politica può realmente “cambiare verso” al Paese come ha dichiarato il segretario del PD andando al governo, e che questa sia davvero “la volta buona”: questo provvedimento riguarda soprattutto i giovani, studenti e lavoratori, che muovendosi all’interno del Paese conferiscono dinamismo e mobilità alla nostra economia.
“L’emendamento 2.0336 – precisa il presidente del Comitato IOVOTOFUORISEDE – non incide in alcun modo sui patti stretti attorno all’Italicum da PD e FI: Renzi ha davvero la sua prima possibilità di dimostrare che è giunto il momento di dare risposte serie ed immediate ai bisogni che i cittadini aspettano ormai da troppo tempo. Si tratta di fare praticamente un goal a porta vuota poiché si risparmierebbero anche i 5 milioni l’anno di rimborsi dei viaggi elettorali in maniera strutturale.
Tantissimi deputati del PD ci hanno assicurato il loro pieno appoggio all’emendamento e dieci di loro lo hanno anche firmato, tuttavia il loro voto è subordinato alla decisione del gruppo parlamentare.
Se Renzi non avesse la forza e la capacità di lasciar liberi i deputati del PD di poter votare un emendamento sul quale tutti a parole si dicono d’accordo ed invece rimanesse ingessato dagli opposti veti politici – conclude La Barbera – sarebbe un grosso segnale negativo per coloro che sperano che Renzi imprima un cambio di passo nella capacità di recezione delle istanze del paese reale da parte della politica, e verrebbe oltremodo difficile dare credito a questo legislatura e a questo governo come governo del cambiamento.”