fbpx

IOVOTOFUORISEDE su rassegnastagna.com

Sei qui:Home > Dicono di noi > IOVOTOFUORISEDE su rassegnastagna.com

Riportiamo di seguito un’intervista rilasciata al sito di attualità satirica rassenastagna.com che potete trovare anche su questo sito.

Chi non ha mai pensato (soprattutto tra chi studia o lavora fuori ma ha residenza altrove) a qualcosa tipo: “ma perchèccccristo devo tornare a casa a votare? Incentivato solo da luridi sconti elettorali su treni a vapore, con 1000km da percorrere?”. In mezzo a questi molti, scommettiamo, un’altissima percentuale preferisce ridurre mentalmente “un voto” a qualcosa che “tanto non cambierebbe la situazione”. Dunque restano dove sono e fine della storia (poi magari si scandalizzano se sale quello piuttosto di quell’altro, ma il loro unico voto sarebbe stato comunque inutile, questo sempre). Insomma, da queste riflessioni barbine nasce nel 2008 un’idea, un progetto, una petizione, cioè iovotofuorisede. Si tratta di ragazzi del sud che, in quel di Milano, decidono di fare ciò che si può, perchè uno stato democratico non è democratico se non permette di votare “in libertà”, in fin dei conti. Dal 2008 sono cresciuti, sono stati presi a cuore da qualche politico, sono usciti articoli, la petizione si è allargata. Così abbiamo deciso di sentire anche noi Stefano e Benedetto, i primi firmatari del mitico papello per un voto più comodo.

NACQUE COSì – Nella riproduzione del nostro disegnatore di 6 anni e mezzo, il pomeriggio in cui nacque l’idea IOVOTOFUORISEDE

RS: Nella sezione “chi siamo” del vostro sito dite che l’idea di un’iniziativa a tutela di chi si trova fuori sede e deve tornare al comune di residenza per votare è partita nel 2008, durante un caldo torrido, in un bar di Milano, mentre sorseggiavate “qualcosa da bere”. Ma come vi è venuto in mente? Non potevate disquisire sul prossimo giro di campari da pagare? O di figa?

IVFS: I giri di campari li avevamo terminati, infatti eravamo completamente ubriachi: solo per questo ci è potuto venire in mente che potevamo davvero cambiare qualcosa con una petizione on-line. Dopo il successo della petizione e la quantità di persone che si è iniziata ad interessare all’argomento però abbiamo smesso con l’alcool, rischiavamo la cirrosi epatica a forza di bere per convincerci che era tutto vero e che forse anche in Italia si potrebbe arrivare al voto per il cittadino in mobilità.

RS: A parte lo scherzo, non potevate parlare di figa invece di toccare argomenti pallosi e democratici?

IVFS: Ma sono stati loro a toccare noi! Eravamo lì, belli tranquilli al nostro tavolino e loro invece no: si mettono ad indire elezioni, ad affigere cartelloni elettorali dappertutto, ed insistere vota tizio, vota caio, è importante per il futuro del Paese, se non ti occupi di politica poi la politica si occupa comunque di te etc etc, insomma i soliti discorsi che ti vengono a fare quando sei giust’appunto al tavolo che discuti di figa. Al che ti girano un po’ i cosiddetti, ti volti male e il minimo che ti viene di fare è rispondere “Ahò, ma se non mi fai manco votare di cosa mi parli a fare?!?”

RS: La vostra lampadina si è accesa nel momento in cui una vostra amica francese ha riferito che in Francia si può delegare il voto. Non pensate però che così facendo sarebbe il trionfo definitivo del clientelismo? Siamo già messi maluccio e qui per un pacco di pasta e due pomodori pelati la gente promette già voti, ci mancano pure le deleghe, così non ci si alza nemmeno dal divano.

IVFS: Su questo hai perfettamente ragione, non foss’altro perché in Italia il sistema francese non si può adottare: nella nostra Costituzione c’è scritto che il voto è personale, per cui non può essere espresso da una persona diversa da quella titolare del diritto di voto.

RS: Proponete sennò la corrispondenza: conoscendo Poste Italiane magari riusciamo ad eleggere Berlusconi pure in Birmania? Bel modo per esportare la democrazia, almeno non muore nessuno. Forse.

IVFS: Il voto per corrispondenza è una delle possibilità, viene tra l’altro già attuato per i cittadini residenti all’estero ed è quello proposto dal Senatore Ceccanti per il voto degli studenti fuori sede nel suo ddl 1561. A nostro avviso comunque, nonostante sia incredibile che un italiano in Svizzera possa votare per corrispondenza mentre un palermitano che si trova a Torino è costretto a tornare a casa se vuole esercitare il proprio diritto di voto, non è nemmeno questo il metodo migliore e più facile da implementare.

RS: Ecco, la vostra terza proposta mi sembra la più sensata: permettere il voto dei fuori sede (universitari, lavoratori) in un diverso seggio. Un concetto poco dispendioso (no ai fatidici sconti elettorali sui treni bestiame, ad esempio, come quello che presi una volta per fare Pesaro-Palermo “perdendo” pure miseramente il confronto elettorale), ma soprattutto logico. Perchè sembra essere così difficile da attuare, secondo voi? Per la nostra classe dirigente è troppo bello spendere soldi a cazzo di cane (vedi il mancato accorpamento referendum 2011-amministrative) e burocratizzare pure la richiesta di una penna all’INPS, vero?

IVFS: Diciamo che il voto in un diverso seggio sarebbe la soluzione ottimale e già pronta se non fosse per il fatto che l’Italia è divisa in circoscrizioni elettorali. Questo complica un po’ le cose, in quanto il cittadino residente deve votare i candidati della sua circoscrizione. Questo perché alle singole circoscrizioni elettorali vengono assegnati una determinata quantità di seggi in base al numero di residenti. Ma questo problema può essere facilmente risolto come hanno fatto in Danimarca tramite il “voto anticipato” in un diverso seggio: il cittadino che lo richiede può votare in un certa finestra temporale prima delle elezioni nei seggi speciali indetti per l’occasione, il suo voto viene quindi inviato al seggio naturale dove il cittadino è iscritto e lì scrutinato insieme agli altri il giorno delle elezioni.
La difficoltà che i nostri politici incontrerebbero sta nel copiare tal quale un sistema già funzionante ed operativo (il 5% della popolazione danese ha votato cosi alle ultime elezioni!) e studiare come inserirlo anche nelle nostre procedure elettorali: come vedi un paio di mesi di lavoro con l’intenzione di fare il bene comune e risolvere un problema concreto a centinaia di migliaia di cittadini.
Forse sono davvero difficoltà insormontabili per i nostri politici.

RS: Parliamo di cose serie. Perchè avete dichiarato pubblicamente, da Bruno Vespa a Porta a Porta, che voterete NO al referendum suddetto? Guardate che siamo in par condicio.

IVFS: Allora per par condicio dovremmo dichiarare a RassegnaStagna che voteremo SI. In realtà poco importa cosa voteremo noi a questo referendum, poco c’entra con il tema della nostra campagna. Però ci interessa molto far sapere alle innumerevoli moltitudini di lettori di RassegnaStagna (circa il 97% degli utenti internet italiani, ndr) che c’è la possibilità per i fuori sede elettorale, tramite il piccolo trucco del farsi delegare rappresentanti di lista, di votare presso il seggio in cui si è appunto delegati, poiché per il referendum il collegio è unico per tutta l’Italia. Se i posti come rappresentanti di lista fossero tutti occupati da fuori sede si potrebbe fare la conta di quanti siamo e di quanto sia assurdo che  ci costringano a questi sotterfugi per esercitare il nostro diritto democratico principale.
RS: Basta domande idiote. Cosa vi aspettate per il futuro del vostro progetto? Avete il culo parato da quali politici? Chi ha preso a cuore la causa?

IVFS: Purtroppo niente culo parato, sarebbe molto più comodo e faremmo molta meno fatica e avremmo molto più tempo libero. Siamo però riusciti a sensibilizzare alcuni politici ed alcune realtà giovanili che ci stanno aiutando a portare avanti la campagna. In particolare il senatore Ceccanti del PD ha presentato il ddl 1561 alla Prima Commissione del Senato proponendo il diritto di voto per corrispondenza per i soli studenti fuori sede, mentre il senatore Pardi dell’IDV in un video girato dai giovani dell’IDV qualche settimana fa ha promesso che si adopererà affinché questa possibilità sia estesa anche a tutti i lavoratori fuori sede. I giovani di IDV hanno da qualche mese a questa parte preso a cuore il problema e ci stanno fattivamente aiutando a sensibilizzare l’opinione pubblica divulgando loro stessi il nostro materiale nei loro banchetti attivi per la campagna referendaria.

Ci auguriamo che anche i partiti di maggioranza siano sensibili a questa tematica che non è e non può essere di una sola parte politica perché interessa i votanti di qualsiasi schieramento. E in realtà l’altro giorno il governo tramite il sottosegretario all’Interno Davico ha dichiarato di aver introdotto per la prima volta il rimborso elettorale anche per l’aereo in una misura del 40% per chi dovesse tornare a casa proprio per venire incontro a questa esigenza che da ormai 3 anni manifestiamo tramite la nostra raccolta firme.
È un enorme passo avanti anche se resta comunque una misura tampone limitata a questo referendum, e la nostra intenzione rimane comunque di arrivare al più presto ad una legge che permetta a qualsiasi cittadino di poter votare anche se si trovi lontano dal suo seggio di appartenenza e quali che siano i motivi che lo costringono a non poter recarsi al suo seggio naturale.

Ultimi tweet

Notizie correlate

Torna in cima