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Lettera aperta a Renzi e Berlusconi

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Cari Matteo e Silvio

vi scrivo a nome di oltre un milione di elettori italiani che sono di fatto esclusi dal diritto di voto.

Si tratta di coloro che, per formazione o per lavoro, si trovano a vivere lontano dal luogo di residenza: nella società contemporanea la mobilità territoriale è ormai riconosciuta come un grande acceleratore per l’economia di un paese, ed i cittadini italiani in mobilità contribuiscono ogni giorno a rendere il nostro paese più competitivo e produttivo. Ma, a differenza di tutti gli altri paesi europei dove sono state ormai da tempo introdotte modalità di voto a distanza per garantire il diritto di voto a tutti, soltanto in Italia non si è mai intervenuti: dalla legge 361 del 1957 che prevede gli inattuali, inefficienti e per di più parziali rimborsi per i soli treni regionali ed espressi, non è stato fatto nulla e si accetta nel silenzio generale che ad ogni tornata elettorale oltre un milione di elettori manchino di fatto all’appello delle urne.

Da anni chiediamo che anche l’Italia si doti di una modalità di voto a distanza per i suoi cittadini in mobilità sia sul territorio nazionale che all’estero: abbiamo lanciato una petizione che ha raccolto oltre 13.400 firme ed abbiamo preparato da tempo un disegno di legge che permetterebbe all’Italia di mettersi al passo con le altre democrazie senza nessun aggravio per l’erario, anzi si produrrebbe un risparmio strutturale dei rimborsi elettorali di viaggio per quasi 27 milioni di euro a legislatura.

La buona notizia è che questo disegno di legge è stato trasformato in un emendamento alla legge elettorale dal deputato di Scelta Civica Pierpaolo Vargiu il quale ha da subito invitato tutte le altre forze politiche a cofirmarlo. Perché questa non è e non può essere la battaglia di un singolo partito ma è il riconoscimento di un diritto civile che sta alla base della competizione politica: infatti non abbiamo trovato un solo deputato dei partiti che guidate che non si sia trovato d’accordo con la necessità di questo provvedimento.

La brutta notizia è che gli stessi deputati ci hanno comunicato che purtroppo però non possono firmare ed appoggiare nessun emendamento che esuli da quello che i loro leader hanno concordato pena il caos e l’anarchia nella gestione degli emendamenti alla legge elettorale, e che dunque, senza una benestare concordato da parte dei vertici di entrambi i partiti, non possono votare l’emendamento di Vargiu che pure ritengono validissimo e necessario.

Voi che siete gli artefici di questa riforma elettorale che l’Italia attende ormai da troppo tempo, sapete fin troppo bene qual è la difficoltà nel modificare le leggi elettorali e che perdere questo treno significa non vederlo ripassare per chissà quanto tempo. Invece il Paese, i cittadini non possono aspettare ulteriormente questo ammodernamento: ne va della credibilità dello Stato, ne va della vostra credibilità.

Per cancellare finalmente questo assurdo gap democratico che l’Italia ha nei confronti degli altri paesi europei non dovete trattare, non dovete concordare nulla in più di quello che avete già trattato e concordato: questo emendamento per l’introduzione del voto a distanza non sposta di una virgola il contenuto dei vostri accordi ma restituisce semplicemente il diritto di voto ad un milione di cittadini.

Sarebbe il gesto che la gente si aspetta da parte di due grandi leader politici, dovete semplicemente rispondere positivamente a questo nostro appello pubblico e lasciare i vostri deputati liberi di votare l’emendamento Vargiu, viceversa questa legge elettorale verrà invece ricordata, tra le altre cose, come la mancata occasione dell’introduzione del voto anticipato in Italia soltanto per pura mancanza di coraggio politico.

Cosa ci rispondete?

Stefano La Barbera
Presidente Comitato IOVOTOFUORISEDE
www.iovotofuorisede.it

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