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10.000 volte “PERMETTETECI DI VOTARE”

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La petizione per l’introduzione in Italia del voto per il “cittadino in mobilità” ha sfondato la quota simbolica di 10.000 firme.
Per 10.000 volte un cittadino italiano si è civilmente e diligentemente seduto dietro un pc ed ha firmato un modulo di registrazione on-line per chiedere che gli venga riconosciuto il suo sacrosanto diritto a votare ancorché non viva o lavori nella città in cui ha residenza.
Perchè senza la possibilità di partecipare al voto non c’è la democrazia e, quindi, neanche lo Stato: “no taxation without representation” dicevano nelle colonie inglesi a fine Settecento.
Nell’era della società fluida in cui la mobilità è uno dei primi requisiti che viene chiesto a qualsiasi giovane ( e non solo ormai ) che voglia entrare nel mondo del lavoro, lo Stato non può lasciare inascoltata questa richiesta.
Per 10.000 volte un cittadino italiano ha voluto affermare di non essere un suddito coloniale, ma di essere un cittadino di questo nazione, di far parte parte di questa società e di volere, di pretendere di partecipare.
I nostri legislatori hanno l’opportunità di approvare la legge per il diritto di voto dei fuori sede e dare così un segno preciso di voler recuperare alla più sana partecipazione politica questa enorme massa di cittadini.
E’ evidente che se la politica non riuscirà a dare risposta neanche a questa esigenza così elementare, la domanda civile e pacifica non può che sfociare in frustrazione, rabbia e disillusione che darebbero il colpo di grazia a queste nostre Istituzioni che sempre più, purtroppo, i cittadini faticano a riconoscere come democratiche.
E questo noi non possiamo accettarlo: a costo di dover andare sotto il Parlamento tutti e 10.000 a chiedere ad ognuno di loro il perché ed il percome di questa strategia suicida!
Stay tuned.

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