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Legge elettorale: Iovofuorisede chiede approvazione emendamento Mazziotti per il voto in mobilità

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Martedì 10 ottobre alle h.11:30 saremo al fianco del presidente Mazziotti in Camera dei Deputati per presentare l’emendamento per il diritto di voto in mobilità.

Il presidente del Commisione Affari Costituzionali, Andrea Mazziotti, presenterà l’emendamento su early vote direttamente alla discussione d’aula.

L’Italia è rimasto l’ultimo paese in Europa a non prevedere un meccanismo per il diritto di voto per i cittadini in mobilità e come Comitato ci battiamo per questo da dieci anni.

Tuttavia permangono le resistenze del Ministero dell’Interno che sostiene “difficoltà organizzative“ e “rischio brogli e manomissioni” con questa procedura, difficoltà e rischi che in realtà sono però inesistenti!

Ribadiamo che , con la delega di cui il Ministero disporrà grazie a questo emendamento, il Governo avrà la possibilità di organizzare il meccanismo di voto nella maniera più sicura e certa possibile, dal momento che l’early vote è un sistema che garantisce la segretezza e mantiene intatto il principio di territorialità del voto.

Lo Stato Italiano non può rifugiarsi dietro generiche difficoltà organizzative e privare i suoi cittadini del diritto al voto, mentre invece è suo precipuo dovere garantire questo diritto.

Queste procedure sono utilizzate con successo da tutti i paesi europei, a cominciare dalla Danimarca dove grazie all’early vote vota circa il 5% della popolazione residente o in Germania dove il 25% della popolazione vota per posta.

Siamo nel 2017 ed il diritto alla mobilità per studenti e lavoratori si è trasformato in un obbligo richiesto dal mercato del lavoro, ma questo non può significare dover sacrificare il proprio diritto al voto e alla partecipazione alla vita democratica della Repubblica.

Questo stesso diritto di partecipazione tra l’altro è garantito ai cittadini italiani temporaneamente all’estero grazie alle modifiche introdotte nell’Italicum.

E’ un paradosso che non possiamo accettare.

Ancora una volta tutto questo suona come un incentivo dello Stato a lasciare l’Italia: per un cittadino in mobilità all’estero il diritto di voto è pienamente garantito, mentre per uno che si trova all’interno dei confini italiani no!

Chiediamo alla politica di affermare con forza che non è così e di introdurre il diritto al voto in mobilità anche per i cittadini all’interno del territorio nazionale, mettendo fine a questa assurda ed incomprensibile sperequazione.

 

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