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Il Presidente Mattarella ricorda l’importanza del diritto di voto!

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Condividiamo e sottoscriviamo le parole del Quirinale pronunciate da Sergio Mattarella nel messaggio di fine d’anno:
“In una società così dinamica, come quella di oggi, vi è ancor più bisogno dei giovani. Delle speranze che coltivano. Della loro capacità di cogliere il nuovo.
Quando la nostra Costituzione parla di diritti, usa il verbo “riconoscere”.
Significa che i diritti umani sono nati prima dello Stato. Ma, anche, che una democrazia si nutre, prima di tutto, della capacità di ascoltare.
Viviamo, quindi, un passaggio epocale. Possiamo dare tutti qualcosa alla nostra Italia. Qualcosa di importante. Con i nostri valori. Con la solidarietà di cui siamo capaci.
Con la partecipazione attiva alla vita civile.
A partire dall’esercizio del diritto di voto.
Per definire la strada da percorrere, è il voto libero che decide. Non rispondere a un sondaggio, o stare sui social.
Perché la democrazia è fatta di esercizio di libertà.
Libertà che, quanti esercitano pubbliche funzioni – a tutti i livelli -, sono chiamati a garantire.
Prima che un dovere, partecipare alla vita e alle scelte della comunità è un diritto di libertà. Anche un diritto al futuro. Alla costruzione del futuro.
Partecipare significa farsi carico della propria comunità. Ciascuno per la sua parte.
Significa contribuire, anche fiscalmente.
Contribuire alla vita e al progresso della Repubblica, della Patria, non può che suscitare orgoglio negli italiani.
Perché la forza della Repubblica è la sua unità.”
Rilanciamo con forza la chiara esortazione del Presidente Sergio Mattarella a tutte le Istituzioni affinché l’esercizio del diritto di voto venga garantito a tutti e possa essere da tutti esercitato liberamente, a partire dai 5 milioni di cittadini in mobilità che ne sono privi.
Da Settembre giace al Senato il disegno di legge delega al Governo che permetterebbe a questi 5 milioni di cittadini di partecipare al voto delle Europee, e che aspetta solo l’approvazione del Senato per diventare legge.
Affinché le parole del Quirinale non restino lettera morta esortiamo il Senato della Repubblica ad approvare al più presto la legge che chiediamo a gran voce da ormai oltre 15 anni.

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