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Saremo auditi in Commissione Affari Costituzionali del Senato

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La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha cominciato ad esaminare il disegno di legge n.787 (Delega al Governo in materia di esercizio del diritto di voto in un comune situato in una regione diversa da quella del comune di residenza, in caso di impedimenti per motivi di studio, lavoro, cure mediche o prestazione di assistenza familiare) ed ha chiesto di ascoltarci nell’ambito dell’esame del teso di legge nel giorno 8 di febbraio insieme agli amici di The Good Lobby

Di seguito riportiamo il resoconto stenografico dell’ultima seduta della Commissione.

Prosegue l’esame congiunto, sospeso nella seduta pomeridiana di ieri, martedì 30 gennaio.

La relatrice SPINELLI (FdI) illustra il disegno di legge n. 799, a prima firma della senatrice Naturale, che si compone di nove articoli.

L’articolo 1 reca la disciplina generale sull’esercizio del diritto di voto per coloro che, per motivi di studio, di lavoro o di cura, hanno temporaneamente domicilio in un comune situato in una regione diversa da quella di residenza.

In particolare, per avvalersi della possibilità di esercitare tale diritto, il cittadino è tenuto a presentare domanda per via telematica al comune nelle cui liste risulti iscritto. Al momento dell’esercizio del voto, l’elettore dovrà presentarsi al seggio di pertinenza, rispetto al proprio domicilio, munito, oltre che del documento di identità e della tessera elettorale digitale, anche della ricevuta attestante l’avvenuta presentazione della domanda e della relativa comunicazione di accettazione.

L’articolo 2 introduce la tessera elettorale digitale, consultabile dall’elettore attraverso l’applicazione mobile del punto di accesso telematico di cui all’articolo 64-bis del codice dell’amministrazione digitale (decreto legislativo n. 82 del 2005) e utilizzabile per una sola volta nel corso di ciascuna consultazione elettorale. Per le operazioni in capo ai componenti degli uffici elettorali di sezione, si prevede la realizzazione di un’apposita applicazione informatica. La definizione delle modalità tecniche dell’applicazione informatica e per il rilascio della tessera elettorale digitale è demandata a un decreto del Ministro dell’interno, da adottare entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione.

Gli articoli 3, 4, 5 e 6 regolano, rispettivamente, le modalità di esercizio del voto per l’elezione della Camera dei deputati, del Senato della Repubblica, dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia e per le consultazioni referendarie.

L’articolo 7 prevede l’emanazione di un regolamento di attuazione delle disposizioni del presente disegno di legge, entro 120 giorni dall’entrata in vigore dello stesso.

L’articolo 8 prevede la promozione da parte del Ministero dell’interno di campagne di informazione e comunicazione istituzionali, al fine di fornire strumenti e informazioni utili a garantire la consapevolezza dell’elettore.

L’articolo 9 reca la copertura finanziaria.

Propone quindi che il provvedimento appena illustrato sia trattato congiuntamente a quelli di analogo contenuto già all’esame della Commissione.

La Commissione conviene.

Il senatore GIORGIS (PD-IDP), intervenendo incidentalmente, invita la maggioranza a chiarire in modo esplicito se intende concludere davvero l’iter del disegno di legge n. 787, che è stato approvato quasi all’unanimità alla Camera dei deputati, in tempo utile per consentire di rimuovere gli ostacoli all’esercizio del diritto di voto da parte di chi ha il domicilio lontano dalla Regione di residenza.

Il PRESIDENTE chiede chiarimenti al Governo in merito ai tempi per l’attuazione delle norme in esame. La Commissione, infatti, su sollecitazione delle opposizioni, è interessata a sapere quale sia il termine ultimo per l’approvazione definitiva in modo da consentire all’Esecutivo di attuare la delega già per la prossima tornata elettorale. Dal momento che sono state segnalate alcune incongruenze, per esempio l’applicabilità della norma alle consultazioni referendarie e alle elezioni europee, ma non a quelle politiche oltre a eventuali problemi di copertura finanziaria, se i tempi fossero ormai troppo ristretti per consentire l’esercizio della delega entro il prossimo giugno, allora sarebbe preferibile riesaminare complessivamente la materia ed elaborare un testo più organico.

Il sottosegretario Wanda FERRO precisa preliminarmente di non aver posto una questione di ristrettezza di tempi, nel corso del dibattito alla Camera dei deputati, ma di aver piuttosto segnalato la necessità di prevedere un meccanismo di votazione sicuro, soprattutto dopo le criticità emerse in sede di attuazione della legge n. 459 del 2001 (la cosiddetta legge Tremaglia sul voto degli italiani all’estero). Ricorda che nella seduta odierna, alla Camera dei deputati, il ministro Piantedosi ha risposto sull’argomento a una interrogazione dell’onorevole Magi, precisando che il 20 aprile è il termine ultimo per la convocazione dei comitati elettorali in vista delle elezioni dell’8 e 9 giugno e che quindi tale data deve valere per il completamento dell’esercizio della delega.

Sottolinea che il provvedimento non può riguardare anche le elezioni politiche, perché il sistema elettorale è troppo complesso, a differenza delle europee, che prevedono solo cinque circoscrizioni, e dei referendum.

Informa che sono state effettuate alcune simulazioni del meccanismo di voto, ma è necessario testarlo ulteriormente, affinché vi siano le più ampie garanzie per il diritto alla privacy e la segretezza del voto. Su questi aspetti sono in corso interlocuzioni tra il Ministero dell’interno e quello della giustizia, per evitare il rischio che le operazioni di voto possano essere invalidate.

Sottolinea che la questione è molto complessa, perché non riguarda solo gli studenti, ma per esempio anche gli atleti professionisti o chi lavora sulle navi. Pertanto, apprezza la decisione della Commissione di avviare l’esame dei disegni di legge in titolo, su cui ritiene che sia anche necessario svolgere alcune audizioni. Ricorda che, già nel corso del ciclo di audizioni alla Camera dei deputati, erano stati proposti alcuni rilievi dal capo del Dipartimento per gli affari interni, il prefetto Sgaraglia, recentemente sostituito dal prefetto Palomba, che quindi sarebbe utile consultare.

Il PRESIDENTE dichiara aperta la discussione generale congiunta.

Il senatore GIORGIS (PD-IDP) apprezza la disponibilità della maggioranza ad affrontare la questione del voto dei fuori sede, tuttavia auspica che vi sia anche un’assunzione di responsabilità politica a fronte di un testo, quello licenziato dalla Camera dei deputati addirittura nel mese di luglio 2023, che è il risultato di un emendamento della maggioranza stessa, con cui è stato completamente modificato l’originario disegno di legge a prima firma dell’onorevole Madia.

Ricorda che già il precedente Governo aveva svolto un approfondito lavoro sul tema, nominando anche una commissione tecnica, che aveva l’obiettivo di ridurre l’astensionismo e suggerire alcune soluzioni, come il voto presidiato a distanza.

È quindi paradossale che al Senato la maggioranza affossi il disegno di legge che ha predisposto e approvato nell’altro ramo del Parlamento, su cui il Partito democratico si è espresso favorevolmente, sebbene non ne condivida pienamente il merito, perché quanto meno si inizia a prevedere una soluzione al problema dell’esercizio del diritto di voto da parte dei “fuori sede”.

Richiama l’attenzione sul fatto che, nel caso di mancata approvazione del disegno di legge, verrebbero meno anche le agevolazioni previste per i trasporti in favore degli elettori residenti in Italia e all’estero che devono recarsi a votare nei rispettivi comuni di iscrizione elettorale.

Pertanto, sebbene sia legittimo che la maggioranza possa cambiare opinione, sarebbe opportuno che quanto meno lo esplicitasse, senza creare aspettative che poi restano frustrate. Del resto, il provvedimento dovrebbe interessare tutte le forze politiche, perché gli elettori all’estero o “fuori sede” non sono certamente tutti a favore del centrosinistra.

Il senatore LISEI (FdI) assicura che la maggioranza non ha alcun timore dell’esito delle prossime elezioni europee. Occorre però prendere realisticamente atto che ormai i margini di tempo sono ristretti e, pur procedendo velocemente, anche a costo di rinunciare all’esercizio delle prerogative del Senato e alla salvaguardia del bicameralismo – questione su cui spesso le opposizioni sono particolarmente critiche – restano alcune criticità che potrebbero portare a una violazione dei diritti degli elettori. Del resto, si tratta di problemi che si trascinano da diciotto anni e sarebbe impensabile risolverli nei diciotto mesi previsti per l’esercizio della delega.

Ribadisce quindi l’orientamento favorevole della maggioranza, che infatti ha votato a favore del provvedimento in prima lettura e ha favorito un rapido avvio dell’esame anche al Senato, tanto che i disegni di legge in titolo sono stati incardinati ieri ed è già in corso la discussione generale. Non si può tralasciare tuttavia che sussistono gravi questioni tecniche al fine di garantire la segretezza e la sicurezza del voto, la cui responsabilità ricade sul Ministero dell’interno. A suo avviso, quindi, al di là delle “manovre di palazzo” ipotizzate dalle opposizioni, in realtà non vi sono tempi adeguati per mettere in condizioni il Governo di esercitare la delega.

La senatrice MAIORINO (M5S), nel precisare che il Movimento 5 Stelle, alla Camera dei deputati, ha espresso un voto di astensione assicura che, da sempre, la sua parte politica si pone come obiettivo quello di consentire il voto degli studenti fuori sede e di altre categorie di lavoratori, soprattutto con modalità più moderne.

Sottolinea che il tema è stato esaminato a lungo alla Camera dei deputati, acquisendo il parere di esperti, ma la maggioranza ha preferito cancellare il lavoro svolto precedentemente e assegnare al Governo una delega da esercitare in diciotto mesi. Pertanto, a suo avviso, vi è una precisa volontà politica di non approvare il disegno di legge n. 787 in tempo utile per le elezioni europee. Esprime quindi rammarico per l’impegno preso con gli studenti di evitare loro onerosi spostamenti per l’esercizio del voto, che invece sarà disatteso.

Nel replicare al senatore Lisei, precisa che è la maggioranza ad esercitare un bicameralismo alternato laddove lo ritenga più conveniente, in base ai provvedimenti da approvare più o meno velocemente. Ciò appare tanto più spiacevole, trattandosi di un disegno di legge che dovrebbe interessare trasversalmente tutte le forze politiche.

Il senatore DE CRISTOFARO (Misto-AVS) si associa alle considerazioni svolte dal senatore Giorgis e dalla senatrice Maiorino.

Il PRESIDENTE (FdI) tiene a precisare di aver provveduto all’incardinamento dei disegni di legge in titolo subito dopo aver ricevuto sollecitazioni a tale riguardo, cosa che invece non era avvenuta a luglio scorso né da parte della maggioranza e del Governo né da parte delle opposizioni.

Assicura pertanto che, come ricordato dal senatore Lisei, la maggioranza – o quanto meno Fratelli d’Italia – non ha alcuna volontà di ritardare l’approvazione del disegno di legge n. 787 e che, in qualità di Presidente della Commissione, farà in modo che sia licenziato prima possibile, ritenendo un valore l’esercizio del diritto di voto da parte dei giovani. Ovviamente bisognerà anche tenere conto dei tempi tecnici necessari al Governo per l’esercizio della delega, al fine di prevedere un meccanismo di voto che ne garantisca la riservatezza e la sicurezza, per non rischiare di invalidare l’esito. Sottolinea che, nell’altro ramo del Parlamento, è stata prevista una delega all’Esecutivo proprio perché non sono ancora state individuate soluzioni ai problemi tecnici sollevati dal Governo non certo in modo pretestuoso.

Ricorda che il ministro Tremaglia si era molto speso per la questione del voto degli Italiani all’estero, che con le loro rimesse economiche avevano contribuito al rilancio del Paese e che tuttora favoriscono la valorizzazione delle tradizioni e della cultura italiane, nonché del made in Italy. Tuttavia, non si può sottacere che quel meccanismo di voto non impedisce la commissione di brogli elettorali. A tale proposito, ricorda di aver votato a favore, nella scorsa legislatura, in occasione della deliberazione dell’Aula sulla decadenza di un parlamentare eletto all’estero a causa di irregolarità.

Ritiene quindi che, nella seduta già convocata per domani mattina, si potrebbe adottare il testo base e fissare il termine per gli emendamenti, in modo da accelerare i tempi e votare il mandato alla relatrice orientativamente entro il 18 febbraio.

Il senatore PARRINI (PD-IDP), nell’apprezzare la chiarezza delle considerazioni del Presidente, ritiene che si possano accelerare ancora di più i tempi, rinunciando a presentare proposte di modifica, con il solo obiettivo di tutelare gli interessi degli studenti “fuori sede” in vista delle prossime elezioni europee. È evidente, infatti, che qualsiasi correzione comporterebbe una terza lettura, che renderebbe impossibile l’approvazione in tempo utile del disegno di legge n. 787.

Pertanto, annuncia che il Partito democratico, pur avendo presentato un testo più completo e ambizioso e sebbene ritenga che il testo all’esame sia perfettibile, non intende presentare emendamenti. In assenza di proposte di modifica, si potrebbe stabilire un termine più stringente, come accaduto altre volte.

Il PRESIDENTE ricorda che occorre attendere anche il parere della Commissione bilancio sul testo che sarà adottato come base per il prosieguo dell’esame.

Dichiara quindi conclusa la discussione generale congiunta.

La relatrice SPINELLI (FdI), in sede di replica, ringrazia il Presidente per aver consentito l’accelerazione dell’iter dei disegni di legge in titolo. Permangono tuttavia le perplessità circa le criticità segnalate dal Sottosegretario.

Il sottosegretario Wanda FERRO respinge le accuse di voler tradire gli impegni presi con i comitati e gli studenti, con i quali c’è stato un dialogo costante anche sulle criticità del meccanismo elettorale rilevate dai Ministeri dell’interno e della giustizia già in occasione del dibattito svolto alla Camera dei deputati.

Assicura che il Governo farà in modo di mantenere l’impegno assunto riguardo alle agevolazioni per i trasferimenti per recarsi a votare, soprattutto finché il provvedimento non sarà approvato definitivamente.

Per quanto riguarda il contenuto del testo, che a differenza di quello originario è circoscritto alle consultazioni referendarie e alle elezioni europee, ribadisce che le difficoltà tecniche nel caso delle politiche e delle regionali sono ancora più complesse e non è pensabile che siano superate in diciotto mesi, quando non è stato possibile farlo in diciotto anni.

Sottolinea, quindi, che l’impegno del Governo è volto alla definizione di un meccanismo di voto sicuro, trasparente e democratico nei confronti di tutte le categorie coinvolte. Auspica pertanto che anche le opposizioni intendano offrire il loro contributo costruttivo attraverso la presentazione di emendamenti.

Il PRESIDENTE invita la rappresentante del Governo a verificare la possibilità di recuperare eventualmente la misura sulle agevolazioni tariffarie per i trasporti, qualora il provvedimento fosse approvato in ritardo, tramite un emendamento al disegno di legge n. 997 (decreto-legge n. 7 del 2024 – Consultazioni elettorali anno 2024).

Assicura che, non appena la Commissione bilancio esprimerà il proprio parere sul testo, che sarà adottato come base, si passerà alla votazione degli emendamenti o, in assenza di proposte di modifica, al conferimento del mandato alla relatrice, tenendo presente tuttavia che, qualora dalle audizioni dovessero emergere criticità insormontabili, ogni forza politica dovrà assumersi le proprie responsabilità circa l’eventuale approvazione definitiva.

Propone quindi di posticipare alle ore 9,30 la seduta già convocata per le ore 9 domani, 1° febbraio, nella quale si procederà all’adozione del testo base e alla fissazione del termine emendamenti. Propone altresì che entro domani siano presentate le richieste di audizioni, una per ciascun Gruppo.

La Commissione conviene.

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.

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