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Il nostro report sui fuori sede al voto: realtà in Europa, miraggio in Italia

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Frutto del lavoro e della collaborazione con The Good Lobby siamo felici di condividere il report sulle modalità di voto a distanza presenti in tutti i paesi europei ad eccezione di Italia, Cipro e Malta. Questo report è stato inviato anche alla Commissione di studio del Ministero dei Rapporti con il Parlamento che si sta occupando delle ragioni dell’astensionismo.

Il voto è lo strumento principale di partecipazione pubblica in una democrazia. In Italia però, i cittadini che vivono, studiano o lavorano lontano dal proprio luogo di residenza vengono sistematicamente privati di questo diritto. La loro unica possibilità di accedere al voto è spesso impraticabile: lunghi viaggi, costi proibitivi, impegni di lavoro, di studio o di cura sono ostacoli in molti casi insormontabili.
Recenti studi dell’ISTAT hanno stimato che nel nostro paese quasi tre milioni di cittadini vivono fuori dalla propria regione di residenza. Nella maggior parte dei casi, gli italiani si spostano dal Meridione verso il Nord Italia. Sul piano elettorale, questo fenomeno si traduce nella perdita di un bacino di voti importante nel Sud ad ogni elezione.
Diverse soluzioni sono allo studio del Parlamento, tra cui il voto in prefettura (es. DDL Brescia), il voto per corrispondenza e la sperimentazione del voto elettronico (es. DDL Madia). L’impegno del Parlamento però ha incontrato una forte resistenza da parte del Ministero dell’Interno, la struttura responsabile per l’organizzazione delle elezioni, che ha opposto degli “ostacoli logistici insormontabili” alla volontà del legislatore di salvaguardare l’accesso a un diritto fondamentale.
Queste difficoltà “insormontabili” sembrano esistere solo in Italia: negli altri paesi europei questi problemi sono stati superati da tempo, mentre noi ancora discutiamo della legittimità e della necessità delle possibili soluzioni.
Questo report intende quindi presentare un campione rappresentativo delle pratiche per garantire il voto ai cittadini in mobilità nel resto d’Europa. L’obiettivo è quello di illustrare dei modelli stranieri per supportare i decisori politici e tecnici italiani nella creazione di un sistema per il voto ai fuori sede in Italia. Per “cittadini in mobilità” o “fuori sede”, si intende indicare qui coloro che vivono al di fuori del proprio luogo di residenza, ma all’interno dei confini nazionali, quindi non all’estero. Il report non è una trattazione esaustiva o uno studio accademico, ma una cassetta degli attrezzi per capire quali modalità esistono già, come funzionano e, a seconda della disponibilità dei dati, con quali esiti.

 

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